Secondo la notizia riportata dal Corriere della Sera, ieri, durante un controllo di routine della Guardia di Finanza davanti al liceo scientifico Giannelli di Chiavari, un ragazzo di 16 anni viene trovato con 10 grammi di hashish nella tasca dei pantaloni.
Incalzato dalle domande, il ragazzo svela agli agenti che ne ha un altro po’ a casa. Passato mezzogiorno, le Fiamme Gialle bussano a casa del ragazzo per cercare l’hashish. Ne trovano altri 10 grammi nel nascondiglio che il ragazzo aveva detto e informano il padre e la madre del sedicenne, i quali sgridano loro figlio, mentre la Guardia di Finanza controlla la sua camera.
Sono quasi le 13 quando il ragazzo esce sul balcone e si getta nel vuoto, dal terzo piano dove viveva con la famiglia. Muore durante il trasporto in ospedale.
Abbiamo letto la notizia ieri sera e ne siamo rimasti sconvolti. Come al solito, quando si parla di canne e giovani, escono fuori pareri di psichiatri, psicologi, sociologi e quant’altro per trovare un senso alla scelta, quella del suicidio, sulla quale non c’è davvero nessuna parola da spendere, in quanto atto intimo e definitivo.
Il Generale Renzo Nisi della GdF di Genova parla di “distanza enorme tra il controllo iniziale, il fatto contestato, la possibile conseguenza che non avrebbe avuto alcun rilievo penale e quel dramma che è successo poi”. Restiamo di nuovo a bocca aperta, se non ci si rende conto di quanto possano spaventare gli uomini in divisa che ti perquisiscono la camera, come se avessero scoperto il nascondiglio di un redivivo Pablo Escobar, un gesto che incute un terrore enorme in un adolescente e che forse poteva essere evitato.
Pensate ai vicini che vedono le guardie entrarti in casa, i genitori sbigottiti e arrabbiati coi quali sai che alla fine della perquisizione dovrai fare i conti, la paura del processo, è tutto più grande di te. Se ci mettiamo nei suoi panni, di sedicenne spaventato, possiamo arrivare a capire l’angoscia senza fine che deve aver provato questo ragazzo.
Se si arriva a questo punto, potrebbe essere anche a causa di un’attitudine delle forze dell’ordine, troppo spesso dura con dei ragazzi, trattati alla stessa stregua di criminali. Lo Stato italiano perde 122 miliardi di € l’anno a causa dell’evasione fiscale e se mettiamo gli agenti della GdF a perquisire gli adolescenti davanti alle scuole per cercare un cinquantino di fumo, probabilmente ne togliamo alla lotta all’evasione, dal momento che la GdF spesso è in carenza d’organico.
Qualcuno potrebbe dire che anche il mercato della droga crea evasione fiscale, ma a quello ci sarebbe un’unica soluzione: legalizzazione.
In Colorado, luogo in cui la marijuana è diventata legale nel 2012, è proibito fumare davanti a bambini oppure in strada, il tutto va fatto nella più assoluta discrezione eppure da quando è legale non è avvenuto il temuto aumento di consumo tra gli adolescenti e gli introiti fiscali sono saliti di quasi 5 milioni di dollari in più, fondi che vengono poi destinati per progetti sociali e scuole.
Per evitare che tragedie del genere accadano ancora, dovremmo applicare un po’ di buonsenso sulle misure prese dalle forze dell’ordine con l’obiettivo di spaventare i ragazzi (dal momento che come detto dal Generale, l’azione non avrebbe avuto alcun rilievo penale) e riaprire la discussione sulla depenalizzazione delle droghe leggere.