Pochi giorni fa il Sole24Ore ha pubblicato uno studio dell’Osservatorio Innovazione Digitale dei Beni e Attività Culturali dedicato a come i musei italiani sfruttino le nuove tecnologie per promuovere le loro iniziative.
I risultati non sono così positivi. Di un campione di 476 istituzioni italiane è emerso che solo poco più della metà dei musei ha almeno un account su uno dei social network disponibili e, di questi, solo 13% è presente su tutte e tre piattaforme più diffuse. Il social più sfruttato è ovviamente Facebook (51%), seguito da Twitter (31%) e Instagram (15%).
Quest’ultimo dato è quello meno rassicurante: se c’è uno strumento utile alla diffusione di immagini, quindi il format più indicato per chi deve promuovere opere d’arte, è proprio Instagram, molto di più Twitter, che con i suoi 140 caratteri ti racconta pochissimo e che, ormai, è sempre meno usato.
Una delle parti più interessanti dello studio è sicuramente l’elenco dei 10 account Instagram più seguiti in assoluto. Al primo posto troviamo la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia con i suoi 88.000 follower. Le altre posizioni sono divise tra Milano e la capitale: al secondo posto c’è la Triennale (circa 59.000), poi il MAXXI di (48.000), il Museo del Novecento (34.000) e l’account Musei in Comune Roma (quasi 30.000 follower)
La parte bassa della classifica se la spartiscono i Musei Vaticani, la Reggia de La Venaria Reale di Torino, il Museo delle Culture di Milano, il Museo di Capodimonte e il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, quest’ultimo con appena 10.000 follower.
Sono numeri ancora molto lontani da quelli MOMA di New York (2 milioni di follower) o anche solo del più vicino Louvre (942.000 follower) ma ci piace vederli come piccoli segnali da premiare. Solo pochi giorni fa vi raccontavamo dei nuovi sviluppi legati all’archivio dei Musei Vaticani e la speranza che è si proceda per quella strada. Sembrerebbe scontato per un patrimonio artistico come il nostro, ma tant’è.
FONTE | ilsole24ore.com