Viviamo in un mondo ipertecnologico, dove l’informazione è continuamente trasmessa. Il nostro smartphone ci tiene collegati anche quando siamo lontani e ci permette il multitasking anche nel mondo reale, infatti non solo possiamo passare da una finestra all’altra del computer, passare dalle mail ad un documento di lavoro, controllare Facebook e poi saltare a preparare una presentazione importante.
Il multitasking ormai è un concetto noto a tutti e gli smartphone ce l’hanno portato nella vita reale: controllo la mail e intanto cucino, prendo il gelato al bar con gli amici e intanto carico una foto su Instagram, commento un post su Facebook mentre un amico mi parla.
Chissà quanti guai sono capitati nel mondo reale grazie al multitasking, ne cito un paio che conosco di persona: scrivendo un sms mentre scendeva le scale della metropolitana mia moglie s’è rotta una caviglia. Un mio amico, ha tamponato un auto in coda mentre controllava Facebook.
David Rock, nel libro “Your Brain at Work” ci segnala che uno uno studio condotto presso l’Università di Londra ha scoperto che mandare email e scrivere sms in grande quantità riduce la capacità mentale di una media di 10 punti su un test QI, il test per il calcolo del Quoziente Intellettivo. Il risultato di questo studio indica che c’è un abbassamento di 5 punti per le donne e di 15 punti per gli uomini. Questo effetto è paragonabile a passare una notte in bianco, e per gli uomini è additittura 3 volte più dannoso che fumare cannabis. Sicuramente questo fatto sostenuto dallo studio scientifico, è un bel argomento per fare quattro chiacchiere a cena, ma è sorprendente come in realtà lo strumento principe della nostra produttività, il cellulare e la sua email, possa danneggiare la nostra capacità lavorativa come presentarsi al lavoro strafatto di canne.
Diventiamo stupidi come una scimmia. Perchè?
Questa cosa che i processi mentali coscienti devono essere fatti uno alla volta è studiata e verificata in centinaia di esperimenti e lo scienziato Harold Pashler ha dimostrato con alcuni semplici prove che quando le persone fanno due compiti cognitivi in una sola volta, le loro capacità intellettive possono passare da quelle di un laureato a quelle di un bambino di otto anni, senza guadagnarne in velocità. Si tratta di un fenomeno chiamato “interferenza da doppio compito” e la lezione che ne deriva è semplice e chiara: se la precisione è importante, non dividere la tua attenzione.
La domanda quindi sorge spontanea: se il multitasking non funziona, perchè continuiamo a farlo? Altri studi spiegano che semplicemente ci rende più soddisfatti dal punto di vista emozionale, anche se meno produttivi e concentrati. Insomma meglio fare peggio, ma essere felici.