Quando il 92enne Victor A. Lundy ha donato i suoi otto bloc-notes alla Library of Congress, è stato rivelato al mondo un tesoro artistico e storico incredibile. Victor aveva 21 anni quando fu chiamato ad arruolarsi nell’Esercito Americano per combattere nella Seconda Guerra Mondiale.
Sfruttando le sue doti, decise di catturare per sempre quella traumatica esperienza disegnando ciò che vedeva su dei quadernini. Prima di arruolarsi, Victor stava studiando per diventare architetto a New York. Lui e altri suoi colleghi erano iscritti alle liste dei rinforzi in caso di conflitto e vennero chiamati nel 1944.
Lundy durante l’addestramento non stava molto attento, però prendeva appunti disegnando compulsivamente. Era di certo la sua passione e quando nel 1944 fu ferito e dovette stare in convalescenza da maggio a novembre, non fece altro che imprimere su carta la sua vita di tutti i giorni.
Alcuni dei suoi album sono andati persi durante il conflitto, ma in quelli che si sono salvati ci sono alcune tra le testimonianze più toccanti della vita durante la guerra. I taccuini erano molto piccoli e potevano stare in una tasca della divisa, così Victor poteva portarli sempre con sé: ora sono tutti archiviati e consultabili online sul sito della Library of Congress.
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Per Victor, disegnare era il sinonimo di parlare, e immaginiamo che in guerra, dopo un po’ le parole non bastino più per descrivere la paura e l’orrore. I suoi disegni sono molto belli anche stilisticamente ed è veramente incredibile pensare come l’arte possa nascere nei posti meno adatti, tra gli spari, il sangue e la presenza costante del pericolo di morte.
Victor Alfred Lundy è nato nel 1923 a New York e dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale si è laureato in architettura, arrivando poi a vincere il prestigioso Rotch Travelling Scholarship. Nel 1954 ha aperto il suo studio in Florida e nel 1967 l’American Institute of Architects gli ha concesso la sua maggiore onorificenza.
Nella sua vita lavorativa ha creato palazzi importanti e si è tolto un sacco di soddisfazioni – su Wikipedia potete scoprire qualcosa in più su di lui – ma di certo il ricordo della guerra è rimasto sempre vivo nei suoi occhi, e non stentiamo a crederlo.