DISCLAIMER: CONTIENE SPOILER SULL’ULTIMA PUNTATA DI X FACTOR
E adesso siediti su quella seggiola, cantava Riccardo Cocciante alla ragazza che gli aveva rubato il cuore e poi l’aveva buttato nel secchio dell’organico, facendolo rimanere offeso nell’orgoglio e nei sentimenti. Giusto per divagare già dall’inizio.
Ieri sera abbiamo guardato X Factor, siamo al momento in cui ai giudici vengono assegnate le categorie e poi loro devono scegliere chi portare ai bootcamp, in una full immersion dalla quale usciranno i veri concorrenti di X Factor, che si sfideranno nella fase finale.
Le assegnazioni delle categorie sono sembrate da subito molto strane: Fedez si è beccato le under donne e ci sta, visto il suo appeal con le ragazzine. Arisa gli under uomini e anche questo ci sta, per evitare competizione interna tra giudice e concorrenti. Restano Manuel Agnelli e Alvaro Soler. Chiaro che vorremmo vedere il leader degli Afterhours alle prese con le band e invece si becca gli anziani, lasciando i gruppi ad Alvaro. Ma il giovane spagnolo sarà in grado di gestire un compito così gravoso?
Dalla puntata di ieri, ci pare proprio di no. Ecco perché:
1. Innanzitutto il primo dubbio che ci viene in testa: perché in Italia 3 giudici maschi e una sola femmina? Non sarebbe stato più opportuno fare 2 e 2? Poi sia Alvaro che Fedez si rivolgono allo stesso target e Fedez tiene le redini del programma come fosse il vero presentatore, e in più i suoi siparietti con Manuel sono molto divertenti. Alvaro invece no, sembra allergico al gioco di squadra, poco incline all’autoironia e un po’ piccato.
2. Cosa più importante, ha dei gusti di merda. Sembra quei tipi talmente perfetti che non si ridono mai di gusto per paura delle rughe. Poi certo, è bello bellissimo, nonostante quella fissità di sguardo sconcertante, ma qui non fateci caso, parla l’invidia.
La puntata di ieri è stata molto difficile anche per Fedez, che ha dovuto scegliere tra una dozzina di cantanti molto preparate, ma alla fine le sue candidate ci possono stare.
3. Alvaro ha scelto la boy band Five Stories al posto dei The Hangovers, di certo più bravi e preparati. E questo non è andato giù al pubblico. I primi hanno arrangiato Basket Case dei Green Day in versione Boyzone, facendoci cadere la virilità per terra, mentre i secondi hanno eseguito The Sound of Silence di Simon & Garfunkel in una bella versione country folk. Niente, sordità selettiva. Manuel Agnelli intanto ha commentato così l’esibizione dei Five Stories: “Siete la dimostrazione dello scempio che possono fare le boyband alla musica”. Pensiero del tutto condivisibile.
La scelta di Alvaro si è meritata una montagna di fischi dal pubblico, ma alla fine sarebbe potuta essere anche accettabile se frutto di una decisione ponderata e personale, da portare avanti fino in fondo, da difendere con le unghie e con i denti. Invece che fa Soler? Dopo un paio di esibizioni manda via pure la boy band, preferendogli i bravissimi Les Enfants. Su quella scelta nulla da dire, ma fossi stato uno dei componenti degli Hangovers, l’esser buttato fuori da 5 ragazzini cosplayer degli One Direction mi avrebbe fatto girare gli zebedei.
4. Alvaro Soler sembra meno competente degli altri stranieri già passati dalla trasmissione, Mika su tutti. Per gestire e far crescere una band ci vuole quell’esperienza e quel carisma che il cantante di Sofia e di El Mismo Sol sembra non avere ancora. Avrà miglior sorte nelle prossime puntate? Lo scopriremo solo vivendo.