Era il 90 d.C. e i Romani stavano spingendo i barbari tedeschi nei loro territori tribali grazie al Saalburg, il forte che avevano costruito per difendere il confine del loro Impero. Al suo momento di massima gloria, dentro il forte vivevano 2000 persone. E quando nel secolo XIX è stato scoperto, gli scavi hanno portato alla luce un sacco di oggetti appartenuti ai nostri antenati.
Tra i tanti, una scarpa vecchia di 2000 anni che oggi si trova nel Museo Saalburg, sul crinale del Taunus, nella land della Assia. Guardatela nella foto qui sopra, non vi sembra molto simile a una scarpa odierna, grazie alla sua fantasia, alle stringhe e tutto il resto?
Per la serie Rieducational Channel, sappiate che sono stati proprio i nostri antenati Romani a ideare la scarpa intera, col piede incassato dentro, al posto del sandalo usuale.
Ecco perché noi italiani siamo mastri calzolai in tutti il mondo: semplicemente perché già 2000 anni fa creavamo scarpe più belle delle Crocs.
Per concludere con un po’ di cultura delle scarpe nell’antichità, il nostro idolo Alberto Angela a riguardo scriveva nel 2007 all’interno del saggio Una giornata nell’antica Roma – qui in pdf – che “Esistono tanti tipi di scarpe: chiuse come degli stivaletti, aperte come i sandali, con tante strisce di pelle oppure con tanti piccoli “tacchetti”, veri e propri chiodi sulla suola per una presa migliore (sono le famose caligae, usate dai legionari) e così via. Per la vita a Roma, i calcei, chiusi come dei mocassini, sono certamente le calzature preferite da tanti romani benestanti, ma in casa difficilmente li indossano. Sapete perché? Il bon ton impone, quando si entra in casa, di togliersi le scarpe che si sono usate in strada: così nella domus si circola con semplici sandali dalla suola di cuoio o di sughero. Quando si va da amici, li si porta dietro, perché ovviamente la stessa regola vale a casa loro…“.
FONTE | Open Culture