L’idea di casa? in fondo la diamo abbastanza per scontata: la casa è un appartamento in un condominio, oppure per i più fortunati una villetta, finita lì. È difficile scostarsi da questo bivio di possibilità: e invece c’è stato un progetto – non secoli fa, nel 1968 – che più che a una casa, faceva pensare a un disco volante.
Era la Futuro House, progettata dall’architetto finlandese Matti Suuronen, che ricorda un po’ La Tana, di cui scriveva qualche tempo fa Valerio Millefoglie.
Su MessyNessyChic ci sono un po’ di immagini degli anni sessanta di questa abitazione incredibile, un oggetto volante non identificato in cui vivere che poteva essere trasportato anche in elicottero e piazzato ovunque, a piacimento, appoggiato su una base di tralicci e travi affondate nel cemento.
Nato per essere un piccolo rifugio di montagna, lo chalet del futuro di Matti Suuronen aveva un diametro di 8 metri ed era alto 4 metri. L’interno – descritto nel 2012 sul Guardian con una parola bellissima, unheimlich: ovvero perturbante, in un certo senso sinistro, straniante – è ovviamente circolare, con una serie di sedute disposte a cerchio lungo la circonferenza della Futuro House.
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La Futuro House si inseriva in un filone di architettura che immaginava, forse, un domani che non sarebbe mai arrivato, in gran parte anche per l’impennata dei prezzi del petrolio. Già perché la Futuro House era di plastica, la plastica si produce partendo dal petrolio, e l’aumento dei prezzi del greggio del 1973 rese sempre meno economica la sfida alle convenzioni dell’architettura lanciata da Matti Suuronen. Ma quante ne rimangono oggi di queste Futuro House?
Si dice una cinquantina sparse in giro per il mondo, qualcuna è stata demolita, qualcuna è andata in rovina, qualcuna è sul tetto di uno strip club. Mentre nel Regno Unito c’è chi se n’è comprata una – trovandola in Sudafrica – e l’ha restaurata: ed è bellissima.
FONTE | MESSYNESSYCHIC