Quando il pesante portone di legno chiude fuori il rumore del traffico, resta un gran silenzio in questo cortile della Milano più signorile. Siamo in via Cappuccio, in pieno centro, a due passi dall’Università Cattolica e dalla Basilica di Sant’Ambrogio, in uno degli angoli più antichi della città. Qui si trova Palazzo Lurani Cernuschi, dimora avita dei conti Lurani Cernuschi, milanesi da circa sei secoli. Per capirci, nel 1370 mentre Galeazzo Visconti tirava su il Castello Sforzesco, i Lurani Cernuschi stavano a Piazzale Cairoli a guardare.
Ma quello succedeva tanto tempo fa. Oggi Martino Lurani Cernuschi (trentatré anni) gestisce una location per eventi, collabora alla valorizzazione del patrimonio familiare e colleziona – fra le altre cose – orologi da campanile. O meglio “da edificio”, come tiene a precisare.
Guarda la gallery 20160403_173620 20160403_173655 20160403_173707 20160403_173727+17
Quei grossi orologi che per secoli hanno scandito la vita delle città e che oggi, lentamente, stanno scomparendo sostituiti da apparati elettrici più efficienti ed economici. Negli anni ha messo insieme una delle più importanti collezioni d’Europa che conserva in un seminterrato del palazzo di famiglia. Noi siamo andati a visitarla.
Quando mi hai detto che collezionavi orologi da campanile immaginavo li tenessi in un hangar o una roba così. Visti da fuori sono talmente enormi! Invece tutto sommato sono abbastanza piccoli
Beh, però guarda che il loro peso ce l’hanno. Questo per esempio è un bestione da 400 chili. È fatto tutto di ferro, ottone, acciaio, bronzo e ghisa. Ce ne sono anche di molto più grandi ma sono ingestibili. E poi devo dire che il mercato degli orologi da campanile tende a valorizzare quelli più piccoli, proprio perché sono più gestibili in una collezione. Fra l’altro la dimensione del meccanismo non è data dalla grandezza del quadrante (le lancette in realtà sono estremamente leggere), ma dalla campana che deve fare suonare. Una grossa campana ha bisogno di un grosso martello, e quindi di un grosso ingranaggio. La grandezza del quadrante non è indicativa.
Ma come ti è saltato in testa di collezionare orologi da campanile?
Ho la fortuna di appartenere a una famiglia molto antica, che ha delle tradizioni, e questo di sicuro mi ha avvantaggiato. Mi hanno sempre inculcato il gusto per le cose belle, per l’antiquariato. Fin da piccolo sono stato attratto dalla musica e dagli orologi. Sono stati due percorsi separati che però a un certo punto si sono uniti. La prima passione è stata la musica, in particolare per l’organo a canne. Ho iniziato a suonare il pianoforte a sette anni e poi verso i dieci sono passato all’organo.
E poi come sei arrivato dagli organi agli orologi?
Nelle mattine d’estate, quando avevo quattordici anni, andavo in spiaggia o in barca. Nei pomeriggi invece giravo i paesini dell’entroterra ligure cercando organi da suonare.
Cioè, fammi capire bene, andavi nelle chiese e chiedevi se potevi suonare l’organo?
Sì. E se la chiesa era chiusa andavo a rompere le balle ai preti in canonica. Quello era il mio divertimento, anche se non sempre è facile interloquire con certi preti liguri… però avevo anche delle strategie. Gli dicevo tipo “se mi fa suonare oggi pomeriggio, questa domenica vengo a suonarle la messa”.
Ma dicevamo degli orologi
Frequentando tutte queste chiese, e piacendomi gli orologi, a un certo punto mi è venuta voglia di salire sui campanili e vedere com’erano fatti gli orologi che c’erano dentro. La prima volta è capitato in una chiesa vicino Santa Margherita Ligure. Il vecchio meccanismo era a pezzi, sparso per il campanile, perché ormai c’era un motore elettrico che lo sostituiva. Ho fatto un’offerta al prete per portarmi via tutto e lui ha accettato.
Quanto ti è costato quel primo orologio?
Avevo quattordici anni e ho dovuto fare una certa opera di convincimento in famiglia. Mi sa sulle 400.000 lire, le paghette di un bel po’ di tempo. Il prete si sarà fregato le mani per una settimana perché era veramente un ammasso di ferraglia quell’affare lì.
Me la vedo la scena con i tuoi: “ma non può leggere riviste porno come tutti gli adolescenti? No, lui c’ha gli orologi da campanile”
Certo, adesso non prenderei più un orologio come quello, ma allora mi sembrava bellissimo. Comunque, visto che un prete mi aveva dato il suo orologio da campanile, mi sono detto che potevo provare anche in altre chiese.
Ma non sono vincolati come patrimonio storico o qualcosa di simile? Dove sta il discrimine tra quelli da collezionare e quelli che è giusto che rimangano lì dove sono?
All’inizio acquistavo quelli che pensavo sarebbero stati gettati via. Per cui, anzi, sono convinto di averli salvati. Anche perché la mia collezione la apro al pubblico, la faccio visitare… Poi mi sono orientato sul mercato e acquisto quello che trovo, spesso su eBay. Ormai è diventato difficile trovare pezzi molto molto belli nelle chiese.
Quand’è che un pezzo è molto molto bello?
A me piacciono gli orologi costruiti fra il 1850 e il 1940. Ho scelto questo periodo di tempo perché sono tecnologicamente più interessanti. Più è complesso il meccanismo, più mi piace.
Quanti siete in Italia a collezionare orologi da campanile?
Ci sono quattro musei collegati a fabbriche che in passato producevano orologi da campanile. Come collezionisti invece saremo in sei, a dir tanto.
Quanti ne hai raccolti negli anni?
Circa una cinquantina. Una parte sono qui ma lo spazio sta per finire, devo organizzarmelo. Perché poi a un certo punto ho cominciato a collezionare strumenti musicali automatici. Tipo Carillon, Organetti a manovella, pianoforti automatici, pianole, organi.
Qual è il prezzo più pregiato della tua collezione?
Gli orologi da campanile non sono delle cose eccezionalmente preziose, anche perché non c’è un mercato grandissimo. Io non ho mai pagato delle cifre mostruose: diciamo dai 1.000 ai 5.000 euro. Un pezzo proprio importantissimo può arrivare a 10.000. Poi ogni tanto capita che un antiquario ti chieda delle cifre assurde puntando magari al mercato dell’arredamento di lusso.
Come funziona il mercato degli orologi da campanile?
Molto si muove su ebay, o tramite conoscenze. E poi ci sono le aste di orologeria di Sotheby’s, Christie, Bonhams.
Il Gronchi rosa dell’orologio da campanile qual è?
I top del mondo secondo me sono tre: uno si trova nella cattedrale di Strasburgo, un altro in quella di Besançon, e il terzo a Beauvais. Si tratta di orologi astronomici complicatissimi. Tutto il blocco dell’orologio sta in chiesa, a vista, e poi c’è un rimando che porta il movimento al quadrante del campanile, su in cima. Avranno qualcosa come 90.000 componenti. Sono enormi.
Dov’è installato il più grosso orologio del mondo?
Una volta quello col quadrante più grosso stava sopra la fabbrica della Colgate, quella del dentifricio. Aveva un diametro di circa 20 metri. Ma ora è stato superato da un orologio che hanno messo in cima a un grattacielo alla Mecca, ha un diametro di circa 40 metri. Come meccanismo invece ti direi quei tre orologi astronomici di cui ti parlavo.
Di solito a che stadio di una relazione dici “hey, vieni su che ti faccio vedere la mia collezione di orologi”?
Abbastanza presto, lo ammetto. Per la cronaca, chiunque mi voglia sposare si deve prendere anche gli orologi e gli organi. Se mi venisse posto un ultimatum, non avrei nessun dubbio su cosa scegliere.
Raccontami un aneddoto da collezionista
Una cosa interessante mi è capitata con un vecchietto che aveva una fabbrica che in passato aveva prodotto orologi da campanile. Dieci anni prima era andato in questa chiesa per montare l’orologio nuovo, solo che dopo aver portato via metà del vecchio, c’è stato un litigio col parroco che non gli ha più voluto dare il resto dell’orologio. Io avevo per le mani un orologio che sapevo che interessava al vecchietto mio amico e così gli detto: questo lo lascio a te, però tu mi dai la tua metà di orologio. Poi ho chiamato dei preti amici miei e ho fatto in modo che intercedessero per me con il parroco della chiesa dove stava l’altra metà. Così sono riuscito a riunire l’orologio.
Esistono ancora fabbriche di orologi da campanile?
Meccanici no. Anzi sì, una esiste, in Messico. Ma credo sia l’unica al mondo. Fanno orologi come noi li facevamo ottant’anni fa.