A mezz’ora da Padova nel verde del Parco dei Colli Euganei c’è un giardino incantato. È il giardino all’italiana di Villa Barbarigo a Valsanzibio, unica frazione di Galzignano Terme, uno degli esempi più straordinari di giardino all’italiana giunti fino a noi.
Quello di Valsanzibio è un giardino simbolico, e nelle intenzioni di chi lo volle a metà del seicento – il nobile veneziano Zuane Francesco Barbarigo – doveva essere una metafora del cammino che porta dalle tenebre dell’ignoranza alla luce della rivelazione.
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È un percorso quello di questo splendido giardino, in cui è un dovere perdersi, e infine, ritrovarsi. Ci sono ben settanta statue, che rappresentano il Tempo, le divinità dell’antichità classica, un labirinto al bosso, fontane, vasche, laghetti peschiere e ruscelli. Non mancano i giochi d’acqua a Villa Barbarigo, un po’ come avevamo visto al Ninfeo di Villa Litta a Lainate, o per Villa Caprile, vicino Pesaro.
Il Mattino di Padova scriveva qualche numero su Villa Barbarigo l’anno scorso, in occasione dei 350 anni del giardino: “copre un’ area di circa 80 mila metri quadrati contenenti 800 alberi di oltre 100 specie diverse. Famoso per il labirinto in bosso, per gli scherzi d’acqua, le peschiere e le fontane, presenta molti alberi secolari, di cui oltre il 60% piantati tra il 1664 e il 1669 (…) La Calle Veneziana, delimitata da secolari piante di bosso alte circa 5/6 metri, è una via unica al mondo che riproduce con le alte spalliere di bosso le tipiche viuzze ricavate tra gli edifici che si possono osservare a Venezia“.
E non solo: “In tema di antichità, tra le secolari piante del giardino vanno ricordati i cipressi sparsi nel giardino e quelli del viale inerpicato dietro alla Villa, i grandi Lecci, i Cedri Atlantici e Diodara, i Cipressi delle Paludi e dell’Arizona” insomma, un piccolo angolo di paradiso nella campagna veneta.
Ma dove cominciare per visitare Villa Barbarigo?
Dal Portale di Diana, un tempo via d’acqua d’ingresso alla villa, passando poi per la Fontana dell’Iride, e poi verso il Gran Viale, con le sue affascinanti statue, fino in fondo, alla Fontana dell’Estasi. Senza dimenticare il Labirinto di bossi, l’Isola dei Conigli e la Statua del Tempo…
L’incredibile fascino di Villa Barbarigo però – insignito anche del premio “Il più Bel Giardino d’Europa” nel 2003 – sta anche nelle vie d’acqua che la circondano, che un tempo la rendevano raggiungibile da Venezia, senza toccar terra, direttamente in barca lungo i canali che passavano attraverso la Valle di Sant’Eusebio.
I Barbarigo erano una famiglia patrizia di Venezia e arrivarono da Muggia alla città sull’acqua nei primi anni della Serenissima – il primo Doge risale all’anno 697 – e per secoli e secoli furono una delle famiglie più note e potenti della laguna, fino all’estinzione della casata, avvenuta nel 1843 con Giovanni Filippo Barbarigo, che morì senza lasciare eredi diretti.
Nell’ultimo secolo la villa prese il nome di Villa Barbarigo Pizzoni Ardemani, e appena tre anni fa morì “il Conte”, Fabio Pizzoni Ardemani, che Il Mattino ricordava così “Il novantunenne aristocratico era una persona stimata e conosciutissima in paese: un autentico gentleman colto e intelligente. La figura “Conte”, come veniva chiamato affettuosamente dai compaesani, era indissolubilmente legata all’antico giardino omonimo (…) La famiglia Pizzoni Ardemani divenne proprietaria della tenuta ottantaquattro anni fa, dopo il forzato abbandono dei Donà delle Rose. Come si legge nel sito internet ufficiale, i nuovi padroni «hanno riparato i disastri provocati dall’ultima guerra“.
Oggi Villa Barbarigo si può visitare, fatelo: il biglietto d’ingresso al giardino costa 10 euro, mentre per tutte le informazioni e i dettagli si può consultare il sito di questo giardino magico.