I bambini, perché nessuno pensa più ai bambini? No, la richiesta non viene fatta dall’associazione mamme acide e bigotte, ma dai comuni mortali che negli ultimi 10 anni hanno dovuto allevare dei figli, nipoti o fratelli minori davanti alla tv, che gli ha propinato film di una monnezza assoluta.
Una serie di luoghi comuni triti e ritriti sugli amori, sui tradimenti, sulla musica e sulle passioni dei millennial, che si sono trovati loro malgrado a dover essere rappresentati da registi come Moccia o De Biasi.
Ragazzine che hanno dovuto per forza innamorarsi del monoespressivo Nicolas Vaporidis o del mini Gianni Morandi, cioè Emanuele Bosi. Ragazzini cotti di Cristiana Capotondi o di Laura Chiatti, famose per avere dei ruoli praticamente intercambiabili. Sceneggiature scritte dalle scimmie urlatrici e tanto, tanto imbarazzo.
Se vi chiedete come conosco questi film, in casa mia abita una ragazzina di 12 anni e quasi ogni giorno ne devo guardare uno. Ho cresciuto una scorza antiemetica che mi impedisce di sentirmi male davanti alla tv, ma ogni tanto mi sveglio tutto sudato durante la notte con l’incubo ricorrente di essere un ragazzo grasso e con gli occhiali alle prese con la scuola media. Che paura.
10 film per 10 anni. Il peggio del peggio, tra titoli di merda e attori canini. Ecco a voi tutti i figli di 3 metri sopra il cielo:
10) Scusa ma ti voglio sposare (Federico Moccia, 2010)
A Federico Moccia andrebbero imputati tutti i crimini impuniti dell’Italia dal dopoguerra ad oggi, tutti sulla fiducia, solo perché ha scritto il romanzo di 3 metri sopra il cielo, dando l’inizio alla fine. Dopo aver diretto quell’abominio di Scusa ma ti chiamo amore, in cui la minorenne Niki (Michela Quattrociocche) s’innamora del maturo Alex (Raul Bova), ha avuto anche l’ardire di scrivere e dirigere un sequel, se possibile più brutto del primo film. Dunque tradimenti, amiche stronze, un nuovo ragazzo per Niki e poi la scena finale, in cui la moglie di Aquilani (4ciocche) decide di sposare Raul Bova. Un patimento reso ancor più prossimo a una Via Crucis dalla colonna sonora degli Zero Assoluto.
9) Ho voglia di te (Luis Prieto, 2007)
Moccia è anche responsabile del sequel di 3 metri sopra il cielo, con Babi, Gin e Step, cioè Katy Saunders, Laura Chiatti e Riccardo Scamarcio, il duo che ha fatto innamorare i teenager italiani più di Bella ed Edward di Twilight. Scamarcio va in America per dimenticare la morte di Pollo e l’ex ragazza Babi dal momento che non abitano più sopra il cielo. Mereghetti l’ha definito un esempio di non-cinema e per una volta, siamo dalla sua parte. Comunque giusto per spoilerarvi il finale, Scamarcio, del tutto incredibilmente, si mette con la Chiatti.
8) Scrivilo sui muri (Giancarlo Scarchilli, 2007)
Cristiana Capotondi è ricca ma s’innamora di un writer urbano, poi di un altro, che è Primo Reggiani. I due clan rivali che si fanno i muri sono i Civil Disobedience, un nome che da solo mette paura e gli ZTK, acronimo di Zozziamo Tutto Kuanto. Lo so, è dura. Alla fine i due rivali in amore rischiano gli sbirri e la morte, ma poi fan la pace anche se uno sol di loro continua a limonarsi la Capotondi, cioè Reggiani, il sopracciglio più folto del belpaese. Per non fare mancare niente, nel film recita anche Dolcenera.
7) Una canzone per te (Herbert Simone Paragnani, 2010)
Quando MTV Italia ci ha provato coi film, è venuta fuori questa roba qua, in cui Emanuele Bosi sta insieme a Michela Quattrociocche. Lui suona (ma si vede che non sa suonare perché nemmeno gli hanno insegnato a mettere le dita a posto sulla chitarra) e un giorno manda tutto a puttane, band e ragazza. Allora trova uno che lo fa andare indietro nel tempo, che in realtà è il babbo morto di Lisa, cioè Agnese Claisse. Alla fine ce la fa a bombare Lisa, lascia la moglie di Aquilani (sì, è la Quattrociocche) e vince un contest di MTV. Anche Carolina, ex vj, si è prestata a questa nefandezza.
5) Come tu mi vuoi (Volfango De Biasi, 2007)
https://www.youtube.com/watch?v=A5iP-xPM0uw
Finalmente due nomi nuovi: Nicolas Vaporidis e Cristiana Capotondi. Lei è una secchiona vestita coi panni della Caritas, coi baffi e i brufoli, lui è uno della Roma bene, idolo delle fighe di legno e delle discoteche, nelle quali balla come se avesse i serpenti nelle mutande. Poi fa una specie di scommessa e si bomba la cozza, che però poi si fa i baffi, si trucca e diventa strafiga. Allora lei lo fa andare un po’ in paranoia ma alla fine ci si mette insieme, tutto per dire che nella via l’aspetto esteriore non conta nulla. Allucinante quando del tutto a sorpresa in colonna sonora appare un pezzo dei Blonde Redhead.
4) Iago (Volfango De Biasi, 2009)
Ancora Vaporidis, ed è fortissima la voglia di fermarsi qui. E invece, con la Chiatti, si mette a fare una versione moderna dell’Otello di Shakespeare. Cos’è? Ci volete vedere morti? Iago, Desdemona, Otello, Brabanzio, Cassio e Roderigo, tutti nomi tranquilli, da tipici romani degli anni 2000. La trama è quella che vi aspettate ma immensamente più brutta, infatti si narra che il film non piacque a nessuno. Cioè, solo alle fan di Vaporidis. Che poi è un sinonimo.
3) Questo piccolo grande amore (Riccardo Donna, 2009)
Riecco Emanuele Bosi (ma possibile che in Italia ci siano solo quattro attori?) nel musical di Claudio Baglioni. Una cosa talmente imbarazzante che sfido chiunque a guardare almeno una volta. Sono gli anni ’70, c’è la contestazione ma Andrea ama Giulia, il mare, i giochi, le fate e la paura e la voglia di essere nudi. Poi un bacio a labbra salate, il mare, quattro risate e far l’amore giù al faro, ti amo davvero, ti amo lo giuro, ti amo ti amo davvero. Oh, tutto a memoria, senza Google. Grande.
2) Amore 14 (Federico Moccia, 2009)
Vi stavate dimenticando di Moccia eh? Ma figuriamoci se non era almeno nella top 3. Una storia scritta da un pluri 50enne su come limonano gli adolescenti. Che il film faccia schifo è un dato di fatto, così come la presunta educazione sentimentale dei millennial. Forse anche a causa di questo film, i mega minorenni si son sentiti sdoganati e hanno iniziato a fare le cose zozze. Ah che tempi quando guardavano Marcellino pane e vino e poi a letto dopo il tg.
1) Albakiara (Stefani Salvati, 2008)
Oh, finalmente possiamo parlare del film più brutto di ogni tempo. Quanto doveva essere distratto Vasco Rossi quando ha dato i diritti delle sue canzoni per questi film, autentico campione di bruttezza per manifesta superiorità sul campo? Cioè: il comico Vito che si fa di bamba, Chiara che fa la disinibita e che sta con il dj Nico, cioè Davide Rossi, vero figlio di Vasco. L’ispettore di polizia corrotto è Raz Degan e nel film si vedono fin troppe scene di nudo e di sesso a caso. Nel cast anche Alessandro Haber, che ci fa capire che anche gli attori veri a volte finiscono i soldi. Ha delle recensioni che sono più belle del film, tipo quella di Adriano Costantino: “Albakiara vorrebbe avere una trama, ma è sviluppata malissimo e sceneggiatura e scenografia probabilmente sono state scritte e ideate da un apicoltore birmano sotto Toradol. Sugli effetti speciali che sembrano fatti con Paint e piazzati a casaccio, stenderei invece un velo pietoso. Intendiamoci, però: non voglio dire che Albakiara come film fa schifo. Ma solo ed esclusivamente perché mi querelerebbe lo schifo”.