Credere, credere, credere. Fidarsi del primo link che passa o della tradizione tramandata da generazioni: l’importante è credere ciecamente, senza prendersi la briga di controllare o verificare. Lo facciamo tutti, ogni tanto. E lo fanno persone in tutto il mondo. Il risultato? Una serie di credenze insensate a cui crede un’intera popolazione. A seconda della storia e della posizione geografica, il contenuto cambia, ma il succo rimane sempre lo stesso. Abbiamo provato a mettere in fila le sette più grandi panzane a cui gli italiani continuano a credere o a voler credere. E sì: ci siamo passati tutti.
1. Le dichiarazioni solenni per tutelare la privacy su Facebook
Girano dal 2012, tornano fuori circa una volta l’anno, e ancora c’è chi non solo ci casca, ma forse addirittura ci crede. C’è differenza: perché cascarci implica l’accorgersi di essere stati ingannati, crederci implica proprio abdicare al proprio intelletto. È peggio la seconda. Massì, li avrete visti anche voi i post su Facebook in cui si “reclamano la proprietà dei propri contenuti intellettuali” nei confronti di Facebook. Tutto surreale, come vi avevamo già spiegato tempo fa.
2. I famigerati colpi di freddo
– Come mai cammini così storto?
– Eh, mi sono beccato un colpo di freddo…
Una conversazione che può svolgersi solo in Italia, perché solo noi siamo convinti che l’aria possa essere responsabile di acciacchi e dolori a caso. Per questo ci copriamo con sciarpe e maglioni a collo alto, ci infiliamo la maglietta della salute ben dentro i pantaloni e guardiamo con estremo sospetto gli stranieri che girano per le nostre città con giacche e maglioni molto più leggeri dei nostri. Se loro sopravvivono a ben altre latitudini, perché noi dobbiamo essere convinti che l’aria sia nostra nemica? Misteri della fede.
3. Il bagno dopo tre ore
Intere infanzie hanno perduto ore e ore di tempo a seccarsi sotto il sole in attesa della digestione totale, definitiva, completa. Ma davvero serve aspettare tre ore prima di fare il bagno? Ovviamente no: la International Life Savings Federation dice che si può – andate a vedere sul link il capitolo “Eating Before Swimming”, è uno degli ultimi – noi scegliamo una via di mezzo, ovvero quello che si legge su Altroconsumo, che a sua volta cita il Ministero della Salute: “Non ti diremo di aspettare mezz’ora, due o tre ore dopo un pasto per entrare in acqua: non ci sono prove che questo eviti malesseri, o peggio, ti metta a rischio di crampi e annegamento. È vero però che il pasto impegna gli organi deputati alla digestione, che chiedono quindi un maggior apporto di sangue, a discapito della periferia del corpo e dell’apparato muscolare. Nonostante il nostro fisico sia in grado di far fronte a tutte queste necessità, meglio non impegnarlo in una lunga nuotata o in tuffi dagli scogli, specie se l’acqua è fredda. Per evitare problemi di digestione e di affaticamento, evita i pasti pesanti in spiaggia, in modo da poter entrare in acqua senza remore e senza aspettare ore al sole.“. Fatelo leggere alla mamma se non vi fa fare il bagno.
4. La svendita dei Ray-Ban su Facebook (o gli iPhone regalati, o le Volkswagen)
Ray-Ban svenduti, iPhone regalati, automobili Volkswagen, tutto gratis, certamente! A cadenza di qualche mese ricapitano sulle nostre bacheche e ci cascano anche insospettabili. Va detto che le tre bufale sono un tantino diverse: se quella di Ray-Ban è a tutti gli effetti un virus, quella degli iPhone e delle Volkswagen impone una call to action al pesciolone che abbocca: condividere il post originale dichiarando il colore di cui desidera lo smartphone Apple o l’auto.
5. I cd in macchina che sconfiggono gli autovelox
Una credenza ai limiti del pensiero magico che ha attecchito in molti italiani, che ancora viaggiano tranquilli oltre i limiti, convinti che quel vecchio Greatest Hits dei Matia Bazar possa ingannare la Stradale. L’idea che un cd appeso in macchina – allo specchietto retrovisore, o direttamente sul lunotto – possa impedire a un autovelox di multarci, in sostanza, accecandolo, è grottesca. Quattoruote ci ha fatto pure un test. No, non funziona. E soprattutto andate piano.
6. Le bottiglie d’acqua antipipì fuori dalla porta o dal negozio
Chissà: forse milioni di anni fa, quando felini e canidi si affacciavano sul pianeta Terra le loro esistenze erano perennemente minacciate da dispettose bottiglie d’acqua, che li interrompevano di quando in quando scappava loro un bisognino. Ma più probabilmente non è accaduto nulla del genere, e mettere una bottiglia d’acqua sulla porta per tenere lontani cani e gatti – soprattutto allontanare le loro deiezioni – non serve a nulla.
7. Guardare nella bottiglia d’olio per far passare l’orzaiolo
Già che ci siete prendete anche delle verdure per il pinzimonio e pucciatele nel bulbo oculare, magari sono buone. Ovviamente è una credenza popolare priva di qualunque rigore scientifico: tanti rimedi della nonna sono stati sostituiti da farmaci, altri, invece, andrebbero sostituiti dal buon senso.