Avete mai pensato a come dovrebbero essere i loghi dei grandi brand mondiali se fossero esseri umani? E cosa succederebbe se gli stessi loghi umani provassero i prodotti che essi stessi rappresentano graficamente? A questa domanda ha risposto Marco Schembri, un designer italiano residente a Malta.
Il risultato è una serie di loghi veritieri, talvolta provocatori, che l’autore mostra nella sua pagina su Behance.
Il progetto si chiama 10 Logos affected by their products ed è interessante vedere come cambiano dopo il suo trattamento.
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Incuriositi oltremodo dall’argomento, ne abbiamo parlato direttamente con l’autore, che ci ha raccontato la genesi di questa serie:
“Lavoro a Malta per una compagnia di progettazione e come spesso accade nel mio mestiere, il punto di partenza per ogni buon progetto è sempre un’ attenta analisi dei prodotti già presenti sul mercato, per capire i trend e dove i consumatori sono piú orientati. Questo significa analizzare i competitor e girare online alla ricerca di prodotti e di brand.”
“Uno di questi giorni, tra un brand e l’altro mi sono trovato davanti al logo Mc Donald’s e ironicamente ho pensato a come fosse esile il loro logo e di come poco rispecchiasse i propri clienti (buona parte almeno).”
“Da lì ho pensato a un paio di altri brands che se in effetti avessero subito gli effetti dei loro prodotti sarebbero dovuti/potuti essere diversi. Cosí sempre in chiave ironica ho sviluppato 3 o 4 loghi che hanno subito avuto un feedback positivo dalla community di behance e da lí ho pensato di continuare la serie fino ad almeno 10.”
Di certo c’è che nel lavoro da insider di Marco si nota, oltre all’ironia anche un certo messaggio sociale, su quanto debba essere per forza di cose bugiardo il messaggio dietro al logo di un prodotto, per esaltarne i pregi, la commerciabilità e l’aspetto pop a discapito della realtà dei fatti. Non sempre, spesso.
Ad esempio, siamo proprio sicuri che dopo aver bevuto la vodka Absolut, la vista non sia un po’ annebbiata?