Io non ne sapevo niente. D’altra parte sono della generazione che quando voleva rilassarsi, posava i suoi occhi rossi sulle televendite o su Uomini & Donne, meglio ancora nell’accezione Anziani & Anziane. Ho riso anch’io come un beota al film Troppo belli, con Costantino Vitagliano e Daniele Interrante e quando ho incontrato il secondo in fila dietro di me in una tabaccheria milanese, mi sono quasi emozionato.
Tutto questo per dire che, insomma, dovrei esserci abituato alla televisione di un certo tipo. Però è come il McDonald o il cinese: tutte le volte che digerisci e rutti veleno dici basta-per-sempre, poi quando vedi l’insegna ti sale la voglia. È la droga, e chi confeziona certe trasmissioni lo sa benissimo.
Insomma, poco tempo fa mi hanno segnalato la versione italiana di Take Me Out, un format australiano che permette a un mucchio di ragazze di farsi scegliere da un manzo. È presentato da Gabriele Corsi, quello biondo coi baffetti del Trio Medusa. Confonde, perché non ce lo vedi a presentare tale sublime monnezza, eppure ci si fa d’oro, a suo agio come Scanzi in un negozio di specchi.
In studio, 30 postazioni luminose appartenenti a altrettante ragazze. Se rimangono accese significa che sono state conquistate dal manzo, altrimenti no.
Ogni puntata è identica alla precedente e questo fatto infonde un senso di sicurezza, di pace nel cuore, di quadratura del cerchio di questa jungla che chiamiamo vita.
Vi spiego per sommi capi la situazione:
1) Il manzo entra in studio, calato da un ascensore stile dancing anni ’90 e si mette a fare il coglione. Mostra i muscoli, regala occhiolini alle tipe, stringe mani, tutto senza smettere mai di ballare, per dimostrare la sua voglia di vivere la vita con dinamismo. A questo punto, le tipe accendono o spengono la propria postazione a seconda della tensione erotica che si è verificata.
2) Il manzo appare sullo schermo, come protagonista di un cortometraggio biopic in cui dice cose tipo “Mi chiamo Flavio, ho 24 anni, faccio il portiere di notte ma studio per diventare calvo, mi piacciono gli snack al sapore di medusa, amo la vita e la mia donna non dev’essere eccessivamente gelosa”. Le tipe decidono di rimanere accese o spente a seconda dell’interesse che hanno maturato nei confronti di Flavio. In questa parte dello show torna in mente The Club ed è subito nostalgia canaglia.
3) Appare sullo schermo l’amico del manzo, che rivela particolari nascosti del suo carattere tipo “Flavio è un ragazzo da sposare anche se purtroppo ha un piccolo difetto: il suo hobby è costruire miniature dei veicoli della Forestale con le caccole”. A questo punto le tipe fanno quello che facevano prima e la storia è questa: se ne rimangono accese due o più, Flavio ha un appuntamento, altrimenti ciao, sei ripugnante, vattene a casa mostro. Intanto, durante i siparietti, battute a doppio senso sessuale da seconda media e occhiate peccaminose, tra tormentoni urlati e mosse in sincrono.
4) Il Gran Finale: se le tipe interessate sono più di 2, Flavio spegnerà quelle che reputa dei cessi e ne lascerà accese due, alle quali rivolgerà una domanda del tipo “Se io andassi con la tua migliore amica, tu come ti vestiresti?”. A seconda della risposta, sceglierà chi portare alla Take Me House, cioè in un’esterna artefattissima di cui vedremo uno spezzone nella puntata successiva, mentre la perdente si rassegnerà all’ennesima gita al gattile.
Allora cosa c’è d’irresistibile nella formula di questa tragedia catodica? Tutto. 30 ragazze tutte insieme fanno subito Non è la Rai, declinato all’età in cui o ti fidanzi o sei pronta per gestire corbelli di felini davanti alle serie tv. Non sono tutte perfette come le fighe di legno di Uomini & Donne, alcune son lì per fare le opinioniste, tipo la cinese Vivian e le romane La Vali e Eleonora.
Questo riporta subito alla mente Tina Cipollari o la Danielona del pubblico di Maria De Filippi, quella che poi hanno arrestato perché spacciava la bamba. C’è la tipa che fa il burlesque, quella che crede negli unicorni, la vamp di 95 chili, la sudatissima, quattro o cinque bellezze esotiche e via dicendo.
Ti dà la stessa soddisfazione di vedere un tuo amico installare Tinder, scegliere tutte le tipe della Lombardia e non portare a casa nemmeno un limone.
Ma la cosa che più mi appassiona è l’esito: l’esterna sarà andata bene o male? I due tipi sono su un divano a sorseggiare alcolici o in una vasca piena di tepore a conoscersi meglio. Lui le dice mi piace viaggiare ma solo rimanendo me stesso, lei risponde mi fai sentire come una foto di Julia Roberts su Rotten e giù lingua in bocca. Like. Oppure lui: mentre siamo a cena adoro grattarmi i calli dei calcagni col coltello da formaggio e lei sono andata dal chirurgo per farmi impiantare la terza ascella e bum! la coppia che tanto abbiamo amato scoppia di fronte a noi. Unlike.
Capite in che limbo sono? Tutte le sere, mentre preparo da mangiare ne guardo cenni e poi finisco per vedere anche la replica del giorno prima. Appaga la mia brama di trash citando tutte le trasmissioni brutte, tutte insieme in una mezz’ora di trigliceridi visivi che intasano l’aorta del buon gusto.
L’adoro quasi più di Alta infedeltà, di cui se vorrete, vi parlerò uno di questi giorni. Non c’è sessismo, maschilismo, femminismo. In questa trasmissione perdono tutti, anche il pubblico da casa.
Non è una cosa molto zen, per una mezz’ora almeno, avere la consapevolezza di stare buttando via il tempo?