È una domenica primo pomeriggio, per me è mattina perché mi sono svegliata da poco, ho un’influenza ancora latente e che sembra stia per esplodere, ma ancora non ho febbre e quindi decido di uscire lo stesso. Mentre cammino non so veramente cosa aspettarmi, dalla redazione mi hanno detto che l’incontro si chiama “Orgasmic Love”, un nome piuttosto importante, è organizzato da Mysecretcase, sito che vende giocattoli erotici online.
Sul loro sito ho letto una specie di appello, un “we want you”, per donne sposate e single che non riescono a raggiungere l’orgasmo o che vogliono padroneggiare i segreti del piacere, pare che l’ostetrica Violeta (con una sola t) possa indicare a tutte queste donne la via per poter raggiungere orgasmi multipli, ben 11 orgasmi, per conoscere i segreti dello squirting e per conoscere innumerevoli altri trucchetti legati alle arti magiche del piacere.
Sono le 14.40, sono un po’ in anticipo visto che l’incontro è previsto per le 15.00, ma mi succede sempre, aspetto un po’ davanti all’ingresso e intanto cazzeggio sui social a rotazione. Non faccio in tempo ad aprire faccialibro che una biondona con zeppe e tacco tredici mi si avvicina sospettosa, penso subito mi abbia scambiato per una spacciatrice o che voglia vendermi qualcosa ma invece mi sussurra: “sei anche tu qui per il workshop? Orgasmic Love?”, me lo dice come se fosse una cosa un po’ illegale e le dico che sì e che dovrebbe essere presso la palestra di Yoga di fronte a noi, decidiamo di entrare lo stesso nonostante l’anticipo e lo facciamo assicurandoci che nessuno ci veda, mi sento una spia russa.
Siamo praticamente le prime, mi rendo conto che siamo in una palestra Yoga, che la nostra sala ha i tappetti per terra come una lezione e che la biondona dell’est ha portato con se un cambio e si sta mettendo dei pantaloni comodi, penso subito a qualcosa tipo della ginnastica pelvica ma grazie al cielo la ragazza che ci ha accolte mi tranquillizza dicendomi che non serve alcun cambio e che va benissimo il mio abbigliamento. È tutto un po’ in disordine, questa mattina c’è stato un altro workshop sulla menopausa e hanno lasciato tutto così, il tutto ha un che di hippy, trasandato, anarchico.
Mentre io mangio il mio mandarino di benvenuto, sperando che combatta l’arrivo dell’influenza, cominciano ad arrivare le altre donne, scopro che saremo più o meno una ventina e noto che l’età varia dai venti fino ai quaranta inoltrati, sembra che il desiderio di scoprire i segreti che portano al piacere supremo sia intergenerazionale. Ed ecco che arriva la famosa Violeta (con una sola t), è una donnona con una fisicità massiccia e due seni più che prosperosi, che sembra sprizzare vitalità da tutti i pori, e ci credo, riuscissi ad avere 11 orgasmi diversi, anche io sprizzerei vitalità.
Ci fa disporre tutte in cerchio e chiede a tutte di scrivere il proprio nome su una targhetta adesiva e appiccicarlo sulla maglia, come gli alcolisti anonimi o simili, e poi, giusto per rompere il ghiaccio, parte un: “ciao, io mi chiamo…” a turno per potersi presentare.
Dalla sala di fianco arrivano strani vocalizzi, penso che ci sia il workshop avanzato di orgasmi esternati ma vengo informata che è in corso una lezione di canto armonico, la cosa mi fa alquanto sorridere, ma ci dicono che è “bella energicamente”, mi sento in una puntata di Sex and the City o forse sono le due pastiglie di Nurofen a farmi quest’effetto.
Dopo il giro di nomi ci vengono distribuiti dei cartoncini per la divisione in gruppi, ci sono i clitoridi, il punto A, il punto G, la spugna perineale e gli ormoni. Nel caos che si crea per trovare i propri compagni si sente un: “dove sono i clitoridi?”
La domanda che riecheggia sembra il dilemma di qualsiasi adolescente ma anche di molti uomini, non riesco a non ridere, ma provo a trattenermi.
Ad ogni gruppo viene assegnato un compito, al nostro “Il punto G”, viene chiesto di descrivere un orgasmo: il panico invade i nostro volti, tiriamo fuori cose a caso che si contraddicono tra di loro, esce anche un “Santo Graal”, forse perché nessuno sa dove sia?
Io dico “endorfine” e le componenti del gruppo mi guardano male con un “come diavolo le è venuto in mente” dipinto in volto, non è colpa mia se vengo da una famiglia di medici.
Dopo il compitino inizia la lezione vera e proprie di anatomia con disegni che mostrano l’apparato riproduttivo femminile, vengono mostrate zone che teoricamente possono provocare piacere e snocciolati termini come: spugna uretrale, ghiandole di skene, ghiandole di bartolino, la spugna perineale, la zona periuretrale .
E via così di termini medici e disegni anatomici e a quel punto scopriamo pure che non c’è solo il punto G, ma anche il punto A, U, P ed L. Si crea un po’ di confusione nelle nostre menti su dove siano e come fare a raggiungerli e nel frattempo un’altra ostetrica illustra le teorie della letteratura americana sul tema, adesso mi sento in una puntata di Masters of Sex ma senza il dottor Masters.
Nella mia mente appaiono le facce dei medici della mia famiglia, un po’ disgustati, che mi dicono che le ostetriche dovrebbero fare le ostetriche, ma questo fa parte del classismo ospedaliero e quindi li scaccio via e torno alla confusione anatomica e anarchica.
La cosa più interessante della sessione è che una componente del gruppo afferma di riuscire a squirtare, e questo riaccende immediatamente la nostra attenzione e la nostra invidia, parte un dibattito sullo squirting un po’ a caso, dove alla fine viene ipotizzato sia pipì bianca, le facce dei medici tornano a sorridere nella mia mente e l’invidia svanisce.
Ed ecco che passiamo alle zone erogene, viene chiesto a tutte di elencare le zone che provocano piacere e Violeta le segna su una figura stilizzata di donne (fronte e retro), praticamente viene segnato tutto il corpo, capelli inclusi. La mia vicina di posto mi dice che a lei la metà delle zone elencate danno fastidio, io sono d’accordo e concludiamo di essere frigide.
Partono divagazioni sull’orgasmo abbinate agli ormoni che il nostro corpo produce: endorfine, ossitocina e adrenalina. Violeta parla di orgasmo timido e confessa la sua fatica nel raggiungerlo se non in confidenza con il partner e della difficoltà del lasciarsi andare, e gli 11 tipi diversi di orgasmi dove sono finiti?
Quindi la guru ha esattamente gli stessi problemi delle donne nella stanza? Però confessa di riuscirci da sola, e a me vien da dire “ti piace vincere facile, ponci ponci pon po po”. Si parla di soggettività, del fatto che siamo tutte diverse, che quello che piace ad una non provoca piacere ad un’altra, che se perdi l’orgasmo quando sei lì lì per raggiungerlo lo perdi, che bisogna sperimentare, insomma niente che non sapessi già con la mia limitata esperienza e niente che non venga fuori a qualsiasi cena con le mie amiche.
Dopo la pausa ci viene distribuita la foto una vagina e ci viene chiesto di mettere una crocetta sopra la parte che ci provoca piacere, il tutto è anonimo e poi andremo a mettere le crocette e far vincere la parte più votata, vince Mr clitoride e per le altre parti non c’è partita, anche in questo caso vien da dire:“che sorpresona”, mi sento al liceo.
Parte il momento di condivisione di storie personali che culmina con la domanda: “ma come si fa a capire che si è veramente raggiunto un orgasmo”, e calano dieci secondi di silenzio e di imbarazzo, poi qualcuno prova a rispondere dicendo che è abbastanza impossibile non accorgersene. Ovviamente parte anche la digressione sulle misure e sul se contano o meno, siamo nella soggettività piena, vorrei ordinare una birra.
Finito il momento “condividi anche tu la tua storia” Violeta tira fuori un vasto assortimento di giochini erotici, le quarantenni sembrano piuttosto preparate sull’argomento e elencano nomi e marche. C’è quello che vibra dentro e fuori, quelli simil rosario che vengono sgranati ma non per pregare la madonna (o forse anche sì), quelli da usare in coppia, quelli che simulano la lingua di un uomo, quelli che hanno una ventosa e forse possono essere usati come appendiabiti, quelli che puoi agganciare alle tue parti intime, quelli con telecomando da fare azionare al partner, nel frattempo i canti armonici si fanno più forti, forse fanno parte di un programma per aumentare le vendite.
Io scopro che tutti i giocattoli anali devono avere un tappo perché il retto tende a risucchiare, rido tantissimo da sola, mi immagino retti intasati degli oggetti più strani, ma ho imparato anch’io qualcosa di nuovo.
Il workshop finisce qui, mentre saluto e mi sto rimettendo le scarpe una donna sui quaranta divorziata dice all’amica che a cena li raggiungerà la figlia adolescente e che quindi non potranno parlare molto dell’argomento, mi accorgo che forse per la generazione dopo la mia non è poi così facile avere dei momenti di scambio e condivisione così liberi, che forse non se ne parla così tanto come faccio io con le mie amiche, penso allora che se questi incontri possono essere utili a questa tipologia di persone e, se possono far cadere alcuni tabù che esistono ancora, allora ben vengano, anche se poi una soluzione empirica e misurabile non c’è, come è ovvio che sia, ma parlarne aiuta, sempre.