Il successo può essere difficile da gestire, a maggior ragione quando non si ha nemmeno vent’anni. Il Los Angeles Times ha pubblicato un’intervista dove Hayden Christensen racconta le conseguenze dell’aver recitato il ruolo di Anakin Skywalker nel film Star Wars II: L’attacco dei cloni, uscito nel 2002.
L’attore ai tempi era appena diciannovenne, aveva alle spalle molti film per la tv ma ancora pochi per il grande schermo. Tutta quell’attenzione, di colpo, l’ha particolarmente segnato. Così Christensen ricorda quel momento: “Star Wars è stata una grande cosa, mi ha fornito molte opportunità e mi ha dato questa carriera, ma sentivo che era una cosa troppo pesante da gestire, per me. Non volevo vivere costantemente con il pensiero di aver solo cavalcato l’onda di quel momento”.
Dopo l’esperienza con George Lucas, Christensen ha gradualmente diminuito la sua presenza sui set fino a prendersi una pausa di cinque anni durante i quali ha deciso di vivere in una fattoria. Nel 2015 è ritornato a recitare nel film Novanta minuti in paradiso diretto da Michael Polish.
“Non si può pretendere di concedersi degli anni di pausa senza temere che la cosa influisca sul tuo lavoro” – ha commentato Christensen – “Io mi sentivo profondamente attratto da questa scelta, nonostante potesse essere distruttiva. Nella mia testa continuavo a ripetermi: se sarà dannoso per la mia carriera, pazienza, se invece tornerò più forte vorrà dire che me lo sono meritato”.
L’attore era anche previsto nell’ultimo Star Wars: Il risveglio della forza ma poi non è stato confermato. Molto probabilmente lo vedremo nell’ottavo episodio della saga in programma per il 2018.
FONTE | independent.co.uk