Il primo sequel di Star Wars ha sbancato i botteghini e aperto un tema di discussione molto sentito: gli spoiler. Durante Il risveglio della Forza succedono parecchie cose, compresi un paio di colpi di scena paragonabili a quelli della prima trilogia. Morale della favola, rovinare il film a chi non l’ha ancora visto è maledettamente facile. Deve essere per questo che nella metro di Londra è apparso un avviso che ammonisce i viaggiatori senza biglietto: “se vi becchiamo a viaggiare senza un biglietto valido, vi raccontiamo il finale di Star Wars (e vi multiamo)”.
Possibile che l’uscita di un film così atteso come Star Wars abbia portato gli spoiler a un livello di minaccia superiore? In Francia un account Twitter ha spoilerato il finale del film, tirandosi addosso una valanga di critiche, forse eccessive, visto che al mondo ci sono cose più importanti di un film di fantascienza. Ok, abbassate quel blaster e parliamone da persone civili. Nel 2011 è uscito uno studio della University of California di San Diego che sosteneva una tesi interessante: gli spoiler aiutano le persone a godersi di più le storie.
I ricercatori hanno sottoposto 12 storie di autori famosi a tre gruppi di lettura di una trentina di persone: uno non ha ricevuto spoiler, un altro li ha ricevuti prima della lettura e l’ultimo ancora se li è ritrovati senza preavviso in mezzo alla storia. Gli spoiler a sorpresa non sono stati graditi molto – è come se uno entrasse nel cinema a metà film e vi raccontasse il finale – mentre gli spoiler annunciati prima della lettura hanno riscosso un successo inaspettato. Secondo le conclusioni dello studio, sapere come va a finire una storia prima di leggerla ci aiuta a godercela di più per il semplice motivo che le trame seguono spesso gli stessi binari. Insomma, non è la storia ad appassionarci, ma quel tipo di storia che ci catturara.
Ed è qui che arriva il vero spoiler: le ipotesi di San Diego non reggono. A dicembre 2015 è uscito uno studio dell’università di Amsterdam che smentisce quello statunitense e conferma quello che abbiamo sempre pensato: gli spoiler rovinano il divertimento. I ricercatori olandesi hanno chiesto a 412 studenti di dire la loro sul tema, ottenendo questi risultati: le storie spoilerate sono considerate meno divertenti, meno ricche di suspense e meno coinvolgenti.
Tuttavia, sembra che le reazioni agli spoiler dipendano soprattutto dal nostro profilo psicologico: da una parte ci sono le persone con un approccio cognitivo (a cui piace affrontare le domande profonde suscitate da una storia), dall’altra quelle con un approccio emozionale (che preferiscono la componente più irrazionale). Secondo Judith Rosenbaum, coautrice dello studio, “le persone che sentono un bisogno ridotto di cognizione preferiscono le storie spoilerate. Diversamente, le persone che sentono un bisogno consistente di emozioni preferiscono le storie senza spoiler, perché desiderano vivere il brivido della sorpresa”.
Dipende tutto dai punti di vista. Puoi guardare Il risveglio della Forza e balzare sulla poltrona del cinema quando [spoiler] fa un buco in pancia a [spoiler], oppure pensare che tutto sommato te lo aspettavi perché è una “metafora” dello scontro generazionale. C’è però anche l’altro lato della medaglia: a volte non resistiamo alla tentazione di spoilerare film, fumetti, libri e videogiochi. Perché roviniamo la sorpresa agli altri? Perché odiamo tanto gli spoiler se poi siamo i primi a farli?
Se queste domande vi tormentano, fatevi un giro sulla sezione del sito web di Netflix dedicata interamente agli spoiler e sottoponetevi al test per capire che tipo di spoileratore siete. Oppure, fatevi deliberatamente del male sparandovi le scene chiave di film e serie TV a caso (c’è una sezione del sito apposta), in modo da rovinarvi in pochi secondi qualsiasi cosa non abbiate ancora visto. È solo l’inizio del lungo sentiero verso il lato oscuro.