Stanchi della solita tombola o della classica mano di mercante in fiera? Tranquilli, per festeggiare in modo alternativo abbiamo noi il gioco di carte che fa per voi: Cards Against Humanity.
In quel dell’Illinois fortunatamente ci si deve annoiare un bel po’ così, in un giorno come tanti altri, un gruppo di studenti della scuola superiore di Highland Park decide di dare alla luce un gioco di carte alternativo per celebrare la festa di capodanno. Naturalmente, i suddetti studenti di liceo erano degli spiantati quindi, grazie ai poteri del web e nello specifico di Kickstarter, riescono a raggiungere e superare l’obiettivo prefissato del 300%, raccogliendo 15.000 dollari e coronando così il sogno di fare di Cards Against Humanity una solida realtà.
Ma qual è il segreto del fenomeno ludico del momento?
Primo, e di certo non poco importante: il gioco è in creative commons. Sì, avete capito bene: significa che potete tranquillamente andare sul sito ufficiale, scaricarvi le carte, ritagliarle e cominciare a giocare. Il che naturalmente vi permette di dare libero sfogo alla vostra creatività e aggiungere quante più carte la vostra florida mente riesce a partorire.
Una volta scaricate le carte e ricaricato la cartuccia della stampante, non rimane altro da fare che imparare le regole e cominciare a giocare. Ma tranquilli: se è vero che si tratta del fenomeno ludico del momento che ha colpito anche i più assidui nerd appassionati del sempreverde Dungeons&Dragons, è vero anche che di quest’ultimo non conserva niente nel regolamento e del gameplay (e per fortuna).
Le carte di Cards Against Humanity si dividono in due categorie: 80 carte domanda, su fondo nero, e 420 carte risposta su fondo bianco. All’inizio di ogni turno ogni giocatore riceve 10 carte risposte (che riportano voci di ogni tipo: nomi, luoghi, parti anatomiche, insulti, bizzarrie improbabili, riferimenti sessuali, di tutto) tranne uno, che viene selezionato come card czar (capo), che cambia a ogni turno e che si limita a pescare una carta nera, a leggerla ad alta voce e metterla sul tavolo. Quello che dovranno fare gli altri è cercare la risposta più idonea possibile (leggi: folle/nosense). Una volta trovata, ogni giocatore mette sul tavolo a volto coperto una carta risposta. Successivamente, il card czar legge ad alta voce domanda + risposta: quella che verrà considerata, a imperscrutabile giudizio del capo, come la migliore, si aggiudicherà la manche. Fine del gioco.
Vi chiederete: e quindi? Dov’è il divertimento?
Il divertimento, se non la vera e propria botta di genio, sta tutta nel titolo del gioco e dunque nel tono delle domande e relative risposte. Capiterà infatti che vi troviate a completare affermazioni del tipo: “La medicina alternativa sta ora adottando…” con risposte come “i poteri curativi della pulizia etnica”. O ancora: “La7D presenta “Parlare a Vanvera”, ovvero…” “La storia del suffragio femminile” oppure vi capiterà di trovarvi di fronte a vere e proprie come: “Cosa mi stanno nascondendo i miei genitori?” a cui potrete rispondere con la sempre gettonatissima “Anne Frank”.
Ce n’è per tutti naturalmente, per qualsiasi etnia e qualsiasi minoranza esista al mondo di modo tale da avere la possibilità di un risultato spesso demenziale e quasi sempre offensivo. Il vero obiettivo naturalmente è improvvisarsi dei black comedian e sfornare il maggior numero possibile di dichiarazioni comiche improbabili. E più si è, più ci si diverte. Alcune combinazioni sono talmente assurde da risultare divertenti e la cosa, nella giusta compagnia disimpegnata (e un po’ ubriaca), può dare luogo a serate davvero indimenticabili.
C’è da fare una precisazione: se il gioco non è rimasto nell’oblio della cultura americana è soprattutto grazie ai ragazzi di CaH42 che hanno deciso di realizzare la versione italiana di Cards Against Humanity rendendola disponibile sul loro sito in formato print and play. Esistono diverse varianti al regolamento base, ma il nucleo è sempre questo. Ricordate: la parte divertente è il tono pesantemente dissacrante, sarcastico, provocatorio e politicamente scorretto delle frasi riportate sulle carte. L’ovvio e il banale sono banditi per cui, a domande trabocchetto tipo: “Cosa non vorresti trovare nel tuo cibo a domicilio cinese?” la risposta più giusta potrebbe essere “Le braccia di Michelle Obama”.