Siamo genti semplici, da queste parti. Ci sono cose che non possiamo fare a meno di amare di un amore eterno. Tipo le pettinature oscene dei decenni passati. Ne abbiamo già parlato alcune volte, ma oggi abbiamo deciso di fare un passo in più, di andare oltre la semplice derisione delle immagini, per capire cosa celavano e significavano certi tagli. Come sempre, tanti saluti agli psicoanalisti che si sono fatti la casa in riviera ascoltando le turbe derivate da questi tagli.
FONTE | news.distractify.com
01. Supervicky
Sì, ci fu un tempo in cui Supervicky venne considerata un’icona di stile, una sorta di Chiara Ferragni prima di internet e dei social network. Questa povera ragazza è la dimostrazione che il gusto umano può raggiungere abissi di depravazione. Ma vi avvertiamo: è nettamente una delle migliori.
02. Il MOSE
Anni e anni di liti, discussioni, proteste e tangenti. Per salvare Venezia ci vuole il MOSE, no il MOSE è una sciagura per l’ecosistema. E dire che sarebbe bastato così poco, sarebbe basta chiamare l’amico Gianfranco da Frosinone, dotarlo di un boccaglio e ficcarlo in acqua.
03. Animalier
Se pensate che l’animalier si riferisca solo a capi leopardati o tigrati, sappiate che non è così. Anzi: chi va in giro a chiazze è semplicemente un moderato, che non ha il coraggio di portare l’animalier al suo estremo. Lui sì, lui è il vero portavoce dell’animalier nel mondo.
04. Robert Smith dei Cure
Due fenomeni acconciaturizi sono un mistero da decenni. Il primo è quello che porta ancora oggi le vecchiette ad avere capelli azzurri o viola come fossero delle punk di Cuneo. Il secondo è quello che portava ragazze a essere cloni involontari (speriamo) di Robert Smith dei Cure. Che ok: mito, idolo, grandissimo, però dai.
05. Il figlio dei rimastini
È evidente che questo povero bambino non abbia ancora raggiunto l’età della ragione, quella in cui ti convinci che cresta e capello azzurro sono un segno di rivolta contro il sistema che ti omologa e bla bla bla. La colpa di tutto questo, quindi, è da imputare ai genitori rimastini, che probabilmente oggi, a trent’anni di distanza, conoscono a memoria tutti i presidi Slow Food.
06. La piccola cocker
Se fosse la foto di una bambina rapita, l’espressione sarebbe più allegra. L’occhio spento, le labbra che indicano un pianto imminente, tutto in questa immagine fa intuire una sola cosa: per colpa delle forbici di un improvvido parrucchiere, qui si è consumata una vera tragedia.
07. Il tamarro dell’oratorio
Lui è quello che vorrebbe essere il bad boy del quartiere, ma finisce per essere quello strano dell’oratorio. Nei momenti di grande teppismo ruba tre caramelle alla pesca, in quelli di maggiore tranquillità fa il chierichietto. Tutta la sua voglia di ribellione la convoglia nel mullet e nella sfumatura laterale più alta di sempre
08. Il fungo atomico
Anni ’80, anni di guerra fredda e di terrore nucleare. Un terrore sordo, strisciante, che si incuneava inconsciamente nella mente delle persone. E nelle forbici dei parrucchieri.
09. Il fungo atomico con la riga in mezzo
C’era la guerra fredda, è vero: ma c’erano anche i paesi non allineati, quelli che stavano un po’ di qua, un po’ di là, un po’ da nessuna parte. E così anche le persone, tipo lui: che forse avrebbe voluto farsi il taglio alla Hitler, ma non aveva tutto il coraggio necessario
10. Il frisé
Ci sono alcuni fenomeni inspiegabili nella storia umana. Gli avvistamenti ufo, i cerchi nel grano e il frisé. Perché no, semplicemente no, fortissimamente no.
11. AHAHAHAHAHAHAHAHAH
Ciao Vale.