Ho un problema con l’Expo, piuttosto diretto: non c’ho capito niente. Metto le mani avanti: sono un sempliciotto, quindi ascrivo tutte le responsabilità alla mia debolezza mentale. In più sono di provincia, quindi figuriamoci proprio. La mia cultura post scolastica si basa su tre fonti attendibili: la televisione, internet, il bar. Dal telegiornale ho appreso che c’era questa cosa che avrebbe necessitato anni di lavori per presentare l’Italia al mondo o il mondo all’Italia, una cosa così. Che si faceva a Milano. Che c’hanno arrestato gente per via degli appalti truccati e della ‘ndrangheta. Tipo il ballo delle debuttanti per i manager. Ok interesse zero e sono andato avanti. Ma questa cosa dell’Expo si riproponeva, sentivo gente bramare un posto da standista. Allora è una fiera? Una mostra mercato? Un Lucca Comics per adulti? Quando domando ai miei colleghi milanesi, mi viene risposto “Sì poi abbiamo questi progetti per l’Expo”, “Ci saranno seratone, concerti” e io mica ce li vedo i manager nei club che frequento io.
Io sono abituato alle cose uno-due, cioè mettiamo mostra di Hopper: vado e c’è la mostra di Hopper. Concerto dei Pooh: vado e ci sono i Pooh (purtroppo senza Stefano D’Orazio). Questo contenitore galattico dal quale dipendono le sorti del Paese, mi sfugge. A peggiorare la situazione, ci si è messa la pubblicità. L’avete mai vista, quella che dice “Il cibo è vita” con la voce di Antonio Albanese?
Fa vedere il bambino che sugge il latte materno, gente che fa la pizza, cose tonde e vegetali, una cavalletta. Ecco, lì ho avuto problemi. Sarà che quando vado a Milano mi ospita sempre un’amica pugliese, ma di insettoni verdi lunghi una mano non si sono mai mangiati. A dire il vero, mi fanno anche un po’ senso da vivi, perché saltano. Comunque, buio completo.
Vado sul sito, trovo una foto di Papa Francesco. Daje. Sotto, un milione di paragrafini che spiegano progetti importanti che pare però non abbiano a che fare con la mia vita. Sarò superficiale, non ne sento l’empatia. Vedo invece, bello gigante, “acquista il tuo biglietto”. Poi staffette social, mappe 3D, Expo Gate, progetti per le scuole, sembra alla lunga una pubblicità di quelle in stile Oliviero Toscani, dove i tipi di tutte le etnie vivono sorridenti su sfondo bianco indossando capi di un solo stilista. No, il sito non mi viene granché incontro. Su Wikipedia, mi faccio un minimo di chiarezza ma proprio un minimo. Giusto per riassumere i punti fondamentali, casomai voleste parere acculturati nelle conversazioni dal parrucchiere:
– Expo 2015 sta per Esposizione Universale Milano 2015 e si svolge in tal loco dal 1° maggio al 31 ottobre 2015
– Il tema è “Nutrire il pianeta, energia per la vita” dunque i temi trattati (da chi? dove?) saranno l’innovazione, la tecnologia, la cultura e cose così per quanto riguarda il cibo che deve sfamare i ricchi e i poveri e che dev’essere sano.
– Abbiamo dato la merda a Atlanta, Las Vegas, New York e Mosca, dimostrandoci più preparati all’accoglienza.
– Ci saranno un fottìo di padiglioni degli espositori per ogni nazione partecipante. Tipo un’enorme festa dell’Unità dove al posto del porchettaro e della Feltrinelli ci sono la Germania e il Camerun. E da lì si impara a stare al mondo.
– La mascotte è un personaggio d’ispirazione arcimboldesca del quale allego descrizione Wikipedia: “Si tratta di una famiglia composta da: l’aglio, l’anguria, l’arancia, la banana, il fico, il mais blu, il mango, la mela, la melagrana, la pera e i ravanelli; i nomi sono, rispettivamente: Guagliò, Gury, Arabella, Josephine, Rodolfo, Max Mais, Manghy, Pomina, Chicca, Piera e i Rap Brothers. Sono personaggi che simboleggiano alimenti provenienti da tutto il mondo, ognuno con la sua personalità, simboleggiando la diversità e l’unione.”
Giungo dunque ad una riflessione che mi lascia basito: perchè nel paesino dove sto, per essere come i milanesi abbiamo aperto il McDonald’s e Milano invece ora la mena con la verdura? Magari ci faccio un giro e lo scopro proprio lì.